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Salerno

Mobilitazione per il diritto alla salute in Campania

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Giornata in piazza per difendere il diritto alla salute e per salvaguardare in Servizio Sanitario Regionale in Campania. Al grido di “In Campania curarsi è un lusso! Basta con la rassegnazione, riprendiamoci il diritto alla salute!”, il Coordinamento Campano per il Diritto alla Salute ha organizzato una manifestazione, per venerdì 23 febbraio, a Napoli, in Piazza del Gesu’, alla quale parteciperanno diverse sigle, tra le quali l’Usb Pensionati.

“Nella nostra regione il diritto allo salute e alle cure sanitarie è drammaticamente negata a larga parte della popolazione. Abbiamo la più alta percentuale di rinunce alle cure e la massimo incidenza della spesa sanitaria sul bilancio delle famiglie – si legge in una nota – La salute è un diritto riconosciuto dallo Costituzione, che all’Art. 31 recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse dello collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. La legge 833/78 che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale rispondeva a questo mandato. Tuttavia, anni di tagli alla sanità, politiche di privatizzazione ed aziendalizzazione del settore hanno di fatto cancellato tale diritto.
In Campania, poi, 20 anni di commissariamento della sanità e piani di rientro finanziario hanno finito per rendere il diritto alle cure un vero e proprio miraggio. Per uno visita nel pubblico, le liste di attesa superano spesso i 365 giorni! Abbiamo uno carenza nel settore di migliaia di lavoratori e il più basso rapporto personale sanitario/abitante di tutto l’Italia. Il tutto in un contesto socio ambientale in permanente stato di crisi e di allarme epidemiologico”.

Secondo i dati diffusi dal Comitato, in Campania, dal 2001 ad oggi sarebbero stati chiusi 10 ospedali pubblici e 10 pronto soccorso, dismessi 321 ambulatori e laboratori pubblici. Delle 172 case dello salute previste dal PNNR, inoltre, nessuno sarebbe ancora stata aperta e si attende il secondo ospedale di comunità (su 48 previsti). “Per non parlare delle 65 centrali operative territoriali. Le ambulanze sono insufficienti per garantire un servizio tempestivo e non ci sono mezzi idonei per il trasporto da aree a rischio (Isole o zone montuose). Ma l’elenco dei disservizi potrebbe continuare all’infinito”. Sempre secondo il Comitato “Non risultano erogati neanche i livelli essenziali di assistenza, collocando la Campania agli ultimi posti per cure e diritto alla salute. La spesa regionale sanitaria pro capite complessiva (pubblico e privato) è tra le più basse d’Italia e tuttavia finanzia largamente i privati, continuando o tagliare sui servizi pubblici (quasi il 50% del bilancio regionale va a finanziare servizi terzi, convenzionati o privati).
Ad oggi SSR avrà anche i conti in ordine ma di certo è inefficiente nel garantire il diritto alle cure.
La legge sull’autonomia differenziata non farà che aumentare il divario nord-sud, peggiorando
l’offerta dei servizi sanitari nelle regioni “povere”, Campania e Calabria in testa.
Ma a fronte di questo quadro disastroso, ad oggi nessuna risposta è stato data ai cittadini, ai comitati, ai lavoratori dello sanità vessati da turni massacranti per la drammatica carenza di personale. Chiediamo alla popolazione di unirsi a noi nel rivendicare il proprio diritto alla vita ed alla salute. Chiediamo che la Regione risponda alle nostre richieste, attuando tutto quando è in suo potere per ripristinare e tutelare il diritto alla salute di tutte e tutti.
Per una sanità pubblica, gratuita ed universale!”

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