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Napoli, assemblea dei lavoratori dei tre porti della Campania

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Assemblea delle lavoratrici e lavoratori portuali di Napoli, Salerno e Castellammare, oggi nel capoluogo campano, alla presenza delle Segreterie Nazionali e Regionali dei sindacati di categoria, che ha registrato una massiccia partecipazione, in una “fase assai complessa per la portualità, a causa di eventi a catena che stanno compromettendo gli equilibri della cosiddetta geopolitica”.
Significativamente, l’assemblea prima dell’inizio dei lavori, ha tributato un minuto di silenzio alla memoria di tutti i lavoratori portuali deceduti in servizio, il cui numero rimane drammaticamente troppo alto. Non a caso, il tema della sicurezza, anche connesso con la problematica cruciale del mancato riconoscimento del lavoro portuale come lavoro usurante, è stato il filo conduttore dei numerosi interventi delle lavoratrici e lavoratori.
È stato ribadito come il superamento delle criticità connesse alla tutela e alla protezione del mondo del lavoro non può che passare attraverso la difesa ed il rafforzamento del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro e del sistema regolato dalla Legge 84/94, di cui proprio oggi ricorre il trentennale, che nel loro insieme hanno costruito una comunità fatta di Lavoratrici e Lavoratori, di Imprese e Istituzioni che ha rappresentato e rappresenta l’anima dei porti italiani.
Ulteriore tema al centro del dibattito è stato quello dell’adeguamento retributivo, indispensabile riconoscimento della specialità del lavoro portuale e dell’impegno nonché del sacrificio dei lavoratori dei porti, anche nel periodo buio della pandemia.

Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro – si legge in una nota delle segreterie – non svolge solo la funzione di adeguamento retributivo ma, disciplinando anche i meccanismi di organizzazione del lavoro, consegna un ruolo di primissimo piano alla rappresentanza delle Lavoratrici e dei Lavoratori, che purtroppo, in alcune realtà, ancora oggi, come denunciato in assemblea, spesso sono ostracizzati all’interno dei luoghi di lavoro per il solo fatto di voler difendere i propri diritti.
È in funzione di questa responsabilità che vogliamo coniugare la tutela del potere di acquisto dei salari con la sua inevitabile sostenibilità.
Questo pesante ma esaltante carico di oneri e onori l’abbiamo imparato dai Padri della portualità.
Non possiamo sottrarci quindi alle nostre responsabilità e, come ha sempre fatto il tavolo negoziale, occorre trovare rapidamente un accordo che dimostri che il cluster portuale può e deve mostrarsi compatto anche nella difesa dell’impianto di legge in vista della sua riforma (annunciata senza aver avviato il confronto), in modo che venga sgomberata l’idea di un superamento dell’obbligatorietà di applicazione del nostro CCNL
“.

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