Si terrà martedì 11 giugno 2024, alle ore 10,30, presso la sede amministrativa del CPIA di Salerno in Monticelli ( nei pressi della sede dell’Ufficio scolastico provinciale) la cerimonia di intitolazione della Scuola statale per l’Istruzione degli adulti di Salerno, guidata da Mariella Montuori, al pedagogista brasiliano e teorico dell’educazione Paulo Freire. La manifestazione si aprirà con l’inaugurazione della nuova targa che sarà scoperta per l’occasione. Seguiranno i saluti istituzionali dei vertici dell’Ufficio scolastico regionale e provinciale, con la presenza dei dirigenti Ettore Acerra e Mimí Minella, il presidente della provincia di Salerno, Franco Alfieri, l’assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Salerno, Gaetana Falcone e Anna Maria Di Nocera, dirigente Ufficio III Usr Campania. La cerimonia di inaugurazione che sarà moderata dalla dirigente scolastica Mariella Montuori, prevede anche l’intervento di Roberta Izzo, dottoranda dell’Università degli Studi di Salerno che si soffermerà sulla figura di Paulo Freire e terrà una relazione sul tema.
“Siamo partiti dal presupposto che tutte le scuole hanno un nome che le identifica– ha spiegato la dirigente scolastica- è sembrato opportuno che anche il CPIA di Salerno quale scuola statale potesse avere una sua denominazione, per contraddistinguerla nel panorama delle scuole”. Il CPIA di Salerno ha complessivamente 6 sedi con 22 punti di erogazione: oltre Salerno, anche Nocera Inferiore, Eboli, Vallo della Lucania, Mercato San Severino e dal prossimo anno anche Atena Lucana. Nell’anno scolastico che si è appena concluso circa 1500 studenti, la maggior parte dei quali è di origine straniera, ha seguito i percorsi di alfabetizzazione ed i corsi di studio per conseguire il diploma di scuola secondaria di primo grado (licenza media) o la certificazione di conseguimento dell’obbligo formativo (percorsi di I livello). Attraverso l’ intitolazione del CPIA di Salerno, renderà omaggio al pedagogista Paulo Freire ( 1921- 1997) per il suo apporto al tema dell’educazione degli adulti e “per il suo messaggio “senza tempo”, intitolato ad una valorizzazione del soggetto come generatore di cultura e, quindi, di assetti e condizioni di vita, individuale e comunitaria, ove coscientizzazione, emancipazione e liberazione rispondano ad una sempre migliore qualità esistenziale e delle relazioni umane” (da “Una scuola chiamata vita. L’educazione adulta in Paulo Freire tra rischio e sforzo fantastico Elena Marescotti – RICERCHE PEDAGOGICHE Anno LII, n. 207, Aprile – Giugno 2018, pp. 62-76).
COSA SONO I CPIA
I C.P.I.A.- Centri per l’Istruzione degli Adulti – sono in vigoredall’anno scolastico 2015/16, anno in cui è entrato pienamente a regime il Regolamento sull’Istruzione per gli Adulti (DPR263/12). Essi hanno sostituito i Centri territoriali per l’educazione degli adulti (CTP) e i corsi serali per il conseguimento di diplomi di istruzione secondaria superiore. Il loro mandato è quello di realizzare nuovi assetti didattico-organizzativi e rispondere ad unasempre più diversificata e complessa domanda di istruzione e formazione da parte di soggetti “deboli”. L’offerta formativa dei CPIA è “sotto la responsabilità del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca”, è finanziato con fondi nazionali ed è gratuito per i partecipanti. I CPIA sono definiti “istituti di istruzione autonomi, organizzati in reti locali”. Essi hanno lo stesso livello di autonomia delle scuole: sono dotati di personale eorgani collegiali propri.
L’utenza dei CPIA e degli istituti in essi “incardinati” è variegata: principalmente, adulti stranieri (in piccola percentuale, adulti italiani) che non hanno assolto l’obbligo di istruzione e che intendono conseguire il titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione oppure il titolo di studio conclusivo del secondo ciclo di istruzione; percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana; ancora, minori stranieri non accompagnati o con tutela genitoriale che, principalmente, si iscrivono al primo ciclo di istruzione; infine, minori che hanno compiuto i 16 anni di età e che, in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, dimostrano di non poter frequentare i corsi diurni.