Assoluzione per il deputato salernitano del Partito Democratico, e figlio del Presidente della Giunta Regione della Campania, Piero De Luca “perché il fatto non costituisce reato“. E’ quanto si legge nella sentenza del Tribunale di Salerno che lo vedeva coinvolto con l’accusa di concorso in bancarotta distrattiva, nell’ambito del fallimento della Ifil, società di consulenza immobiliare facente capo a Mario Del Mese, nipote dell’ex deputato Udeur Paolo, che si era interessata anche del Crescent e della trasformazione dell’ex pastificio Amato in centro residenziale. A Piero De Luca junior veniva contestato di aver usufruito, tra il 2009 ed il 2011, di biglietti aerei per il Lussemburgo, pagati dalla Ifil, per un totale di circa 23mila euro. Per questo motivo la Procura aveva chiesto una condanna a 2 anni e 2 mesi. Nel procedimento penale compaiono anche Giuseppe jr Amato, nipote del cavaliere della omonimo pastificio, che durante un interrogatorio aveva svelato i rapporti tra De Luca e la Ifil, Emilio Ferraro, ex socio nello studio di De Luca junior; Luigi Avino, Valentina Lamberti e Marianna Gatto. Hanno patteggiato, invece, Mario Del Mese e suo cognato Vincenzo Lamberti. Soddisfazione da parte del difensore di Piero De Luca, l’avvocato Andrea R. Castaldo “non soltanto perché viene esclusa ogni ipotesi di attività distrattiva della bancarotta, ma anche perché si riconosce che non era socio occulto della IFIL. Peraltro, queste contestazioni erano sorte nell’inchiesta madre “Crescent”, che aveva portato all’assoluzione di tutti gli imputati e alla esclusione già nella fase delle indagini preliminari, con l’avvenuta archiviazione, di qualsiasi comportamento illecito di Piero De Luca. A suo tempo, le intercettazioni telefoniche e le rogatorie non avevano evidenziato alcun riscontro a tali accuse”. Per il legale i Giudici, “nel corso della lunga istruttoria dibattimentale, hanno dato prova di grande competenza, attenzione ed equilibrio”.
