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“La mia vita: il teatro” Premio Nazionale per il teatro Carmine Giannella 2023 nella Sala Pasolini di Salerno

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Giunge alla terza edizione “La mia vita: il teatro” Premio Nazionale per il teatro Carmine Giannella che si terrà mercoledì 6 dicembre, alle 18.30, nella Sala Pasolini di Salerno.
Il premio, ideato da Pasquale De Cristofaro, omaggia ogni anno due figure che si sono distinte per l’impegno sociale e culturale. Il duplice premio di quest’anno è stato assegnato a due figure di prestigio nazionale ed internazionale. Per il grande rigore nel lavoro teatrale a Manlio Santanelli (maestro di drammaturgia) e per la profonda sensibilità sociale a don Aniello Manganiello (sacerdote a Scampia, uno tra i quartieri simbolo della periferia napoletana).
L’incontro, dopo i saluti di indirizzo di Pasquale De Cristofaro, Enzo Bianco e Alfonso Amendola vedrà un dialogo tra Santanelli e Mariano D’Amora e successivamente un secondo dialogo tra don Aniello e Andrea Manzi. I premi (due originali ceramiche realizzate dall’artista Enzo Bianco) negli anni precedenti sono andati, nel 2021, a Paolo Puppa (storico del teatro) e Rino Mele (poeta e critico). Lo scorso anno, invece, a Francesca Benedetti (attrice) e Peppe Lanzetta (scrittore e attore).
Il Premio Nazionale per il teatro Carmine Giannella “La mia vita: il teatro” è promosso in collaborazione con CorpoNovecento, Teatro Pubblico Campano e Campania Danza per l’organizzazione della serata.

La locandina del Premio Giannella

Manlio Santanelli è un maestro di drammaturgia contemporanea, molto rappresentato in Italia e all’estero. “Nei lavori di questo autore – scrive Mariano D’Amoraprende forma una costellazione intertestuale che dispiega i molteplici strati, livelli e significati nella creazione di microcosmi drammatici, la cui funzione risiede nel cogliere aspetti periferici, deviati, non immediatamente percepibili del reale mediante una radiografia della disarmonia che investe la condizione umana nella quotidiana esistenza”.
Don Aniello Manganiello, con il suo libro Gesù è più forte della camorra consegna un potente diario di un prete anticamorra che opera da circa trent’anni a favore degli ultimi. “Le esistenze fagocitate dalla criminalità – scrive Don Aniellovanno raggiunte con paziente disponibilità, affiancate nel dolore, sostenute individualmente. Soltanto dall’alleanza con l’uomo – che è, insieme, autore e vittima della violenza – può partire il percorso di rinascita, la lenta risalita verso la liberazione”.

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